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CATERINA II DI RUSSIA.
Regnò dal 1762 al 1796
Caterina II di Russia,
che in russo sarebbe Yekaterina Alexeyevna, in realtà si chiamava Sophie
Friederike Augusta e con un nome così anche se per combinazione nata
in quella che allora era Polonia, non poteva non essere prussiana. Suo marito
Karl Ulrich de Holstein, la regione della belle vacche da latte conosciute in
tutto il mondo, anche lui era tedesco. Però invece di rimanere tra i muggiti
nella sua nativa Holstein, quest'uomo che poi si mostrò insignificante e
pericoloso, fu chiamato dal destino al trono Russo dove arrivò tenendo per mano
la sua giovane sposa.
Come è possibile che una
coppia di tedeschi, nobili ma quasi sconosciuti, arrivassero al trono di
Russia? La risposta sta nei vari andare e venire dell'araldica europea dove i
giovani rampolli si sposavano tra di loro ed alle volte si passavano certe
caratteristiche ereditarie come l'emofilia, quasi responsabile della
rivoluzione sovietica, o la fimosi del pene di Luigi XVI, quasi responsabile
della Rivoluzione francese; o il labbro sporgente degli Asburgo, responsabile
di simpatiche caricature.
Sophie era la figliola di
un principe tedesco, principe, si, ma sconosciuto; e sua mamma anche lei tanto
fece che riuscì farla sposare con con questo Karl Ulrich di Holstein, che al
momento non aveva molto salvo le mucche pezzate, ma che era anche il figlio di
Anna Petrovna, prima figlia di Pietro il grande di Russia. Quindi erede al
trono di Russia.
Quando la prussiana
Sofhie arrivò nei suoi venti anni in Russia con i suoi occhi azzurri, capelli
d'oro e molti sogni nella capoccetta, dovette trasformarsi da luterana in russa
ortodossa e cambiare nome; rimanendo un dubbio su come i vari sacerdoti delle varie
sette Cristiane potessero accettare questo cambio di religione per motivi
politici e non per convincimento intimo come si suppone ci dovrebbe essere
stato. Comunque non volle essere da meno di suo marito che aveva cambiato il
suo Karl Ulrich in Pietro. E lei cambiò il suo in Caterina, aggiungendo, per
grazia, il titolo di Gran Duchessa.
A quei tempi lo Zar non
era lo Zar ma una Zarina: Era Isabel-Elisabeth seconda figlia di Pietro il
Grande ed era stata costei a volere in tempi anteriori una certa combutta dove
entrava anche Federico II di Prussia; ossia volle che la moglie del futuro Zar,
Karl Ulrich fosse questa ragazza prussiana bruttina ma sveglissima. La
imperatrice Isabella aveva posto grandi speranze su Karl, figlio della
amatissima sorella Anna Petrovna ma fu delusa a quando poi lo vide così brutto,
debole, assolutamente non all'altezza del Trono. Ma ne era l'erede.
Questa figlia di Pietro
il Grande, che governò per circa venti anni e che ebbe anche certi meriti,
aveva però anche il desiderio di piaceri, di lussi e l'ambizione di
rivaleggiare con la corte di Versailles, che stava di moda; e vuotò il tesoro
di Stato.
Intanto la Gran Duchessa
Caterina, nonostante i vari titoli roboanti e la designazione come futura
moglie dello Zar, stava passando la bellezza dei suoi 18 tristissimi anni di
vita coniugale, stufatissima di tutti e più di una volta umiliata e trattata
male dall'inetto marito. Nella Corte la guardavano con certo sospetto ed il
Karl-Pietro nonostante le metamorfosi del nome rimase quello che era, un povero
infelice testardo, ubriacone, probabilmente impotente, neurotico. E
bruttissimo.
Invece Caterina era sana,
forte, non bella però con una enorme charme, colta,
intelligentissima, energica.
Non poteva non succedere
quello che successe. Quei tristi 18 anni di infelice matrimonio Caterina li
sopravvisse anche grazie a tre amanti, per lo meno tre e che furono padri di
altrettanti figli illegittimi, includendo Paolo, molto probabilmente, l' erede
al trono e che sarà a suo tempo lo Zar Paolo I.
All'arrivare al 18º anno
di matrimon di Caterina, finalmente la Zarina Elisabet-Isabella morì. E la
corona della Santa Madre Russia passò, come previsto, al ex tedesco Karl Ulrik
di Holstein, diventato Pietro III. Il quale nuovo Zar immediatamente formò un'alleanza
con Federico II di Prussia e mai fece nessuno sforzo per dissimulare la sua
ammirazione per la nativa Germania e il suo gran disprezzo per i russi e la
loro cultura. Fece una quantità di stupidaggini.
Invece con Sophie,
da tempo Caterina, era successo tutto il contrario. Aveva imparato ad amare la
Russia, la sua gente e molto sinceramente, non per convenienza politica. E
questo il popolo lo percepisce. Era una persona di cultura, leggeva molto, si
informava e cominciò ad essere molto bene considerata sia Mosca come a
Pietroburgo, la Venezia del Nord come la si chiamò ad un certo momento. E
benvoluta ed apprezzata dalla dalla Corte e dagli elementi più illuminati del
Paese. Ma anche, importatissimo, aveva l'appoggio militare. In speciale il reggimento
di stanza a San Pietroburgo era agli ordini del giovane e bello e coraggioso
militare Gregory Orlov, garda caso amante di Caterina. Un bell'asso nella
manica. E non ci fu nessun problema con un salutare colpo di Stato dove
Caterina con tutti gli onori nella Cattedrale di Kazan fu
proclamata Imperatrice ed Autocrata di Tutte le Russie... sempre
Santissime.
Al povero Pedro III, con
una testa non a misura di una corona, non rimase altra possibilità che abdicare
e lasciarsi tranquillamente assassinare poco dopo. Caterina non ne ordinò la
morte ma nemmeno mosse un dito per evitarla.
E dal punto di vista
politico e considerando poi i grandi meriti della Zarina, ne ebbe tutte le
ragioni. Anche nel discutibile periodo della Unione Sovietica i suoi meriti furono
sempre riconosciuti.
E da allora cominciò il
suo periodo di regnante che durò la bellezza di 34 anni, con il titolo di
Caterina II, la Grande.
Già dagli inizi
Caterina cercò di fare della sua amata Russia una nazione forte e
prospera. Sognò instaurare un periodo di ordine e giustizia.
Però il problema più
pressante era l'economico. La figlia di Pietro il Grande con i suoi deliri di
grandezza aveva lasciato praticamente vuote le casse dello Stato. Caterina le
riempi ancora una volta... e a scapito di chi possedeva una terza parte di
tutte le terre : la Cristianissima Chiesa Ortodossa Russa che, per raggiungere
la tanto sbandierata virtù della moderazione, aveva nel ammassato
ricchezze durate secoli. Caterina lasciò intatte le intoccabili barbe né si interessò
alle litanie dei chierici, ma li trasformò in funzionari pagati dallo Stato.
Bel colpo. E poi volse gli occhi attenti al problema della Polonia, piccolo
stato bramato dai poderosi vicini.
Come lo risolse? Nel suo
archivio di amanti ne scelse uno, un polacco, Stanislao Poniatowski, che sará
o era già padre della sua figlia illegittima Anna e lo trasformò in
Re di Polonia.
E con la Caterina
abbiamo un chiaro esempio di come i politici spesso auspicano e predicano
belle verità umanitarie e di giustizia sociale quando sono ancora
all'opposizione; ossia ancora senza potere politico e da giovani idealisti.
Però quando arriva loro lo scettro del potere, si rendono conto che una cosa è
dire le cose ed altra è farle veramente. Che una cosa sono le idee dei filosofi
ed altre sono le realtà. Così che spesso cambiano di atteggiamento. E magari
non per mala fede, ma perché si rendono conto che cambiare l'establishment è
una riforma niente affatto facile né di veloce attuazione. Tra
il dire e il fare c'è di mezzo il mare, sentenzia un vecchio detto
italiano. Caterina da giovane e in buona fede si era emozionata ed ammirava le
idee liberali di pensatori francesi ed inglesi che stavano di moda nell'Europa
intellettuale della sua epoca. Cosi che appena le fu possibile da Imperatrice
dette certe"Istruzioni Generali" per
correggere le molte ingiustizie sociali in Russia: che tutti gli uomini
dovevano essere uguali di fronte alla legge; ch bisognava proteggere il popolo
e non opprimerlo; che si doveva eliminare la pena di morte; eliminare la
tortura nelle carceri; eliminare assolutamente la servitù della gleba.
La Commissione studiò e
studiò e non concluse un bel niente. E sia la Commissione come la stessa
Imperatrice si resero conto delle enorme difficoltà al tradure le teorie in
pratica.
Ogni nazione ed ogni
stato, secondo la propria formazione ed abitudini, hanno bisogno della loro
propria forma ottimale di governo. Credere di poter imporre la stessa forma di
governo in Inghilterra come nel Congo o in Sicilia è un errore ed una
stupidaggine. Inglesi congolesi e siciliani, anche se tutti sono uomini, è
anche vero che lo sono con differenze ben determinate delle quali bisogna tener
conto. L'economia della Russia era ancora basata in un 95% nella terra e nella
servitù della gleba. I proprietari terrieri non potevano mai accettare
felicemente la libertà dei loro servi. La ricchezza di un nobile non si
misurava solamente sulla superficie e qualità delle terre, ma anche sul numero
di "anime" che la coltivavano e ci vivevano con le loro
famiglie.
E le belle illuminate
Istruzioni di Caterina rimasero tanto poco illuminate che nessuno le vide mai.
Non solo, perché frattanto la nostra Caterina col passar del tempo poco a poco
cambiava di parere su molte cose; e col tempo si dedicò a costruire un sistema
che lei stessa, da giovane, aveva qualificato di inumano. Imporrà la servitù
della gleba in Ucraina, dove non era mai esistita. E cominciò a distribuire
quelle che si chiameranno Terre della Corona tra i suoi amici, favoriti e ministri
ed altre persone che per qualsiasi motivo voleva premiare. Cosi che al finale
del suo regno i contadini stavano peggio di prima. E Caterina, donna
intelligente, captava benissimo lei stessa il cambiamento tra la Caterina di
prima e quella di poi.
Chissà... proprio per la
frustrazione per non poter applicare quelle norme che ella stessa aveva tanto
decantato, Caterina si dedicò alla Turchia.
L'Impero Ottomano di
Costantinopoli-Istanbul era da sempre il nemico tradizionale della Corona
Russa. Il sogno dei Russi era arrivare al Mar Nero, antico Ponto Euxino, con
acceso al Mar Egeo e finalmente al tanto desiderato Mediterraneo. La guerra di
Turchia chissà offrì a Caterina una buona scusa per frenare un poco senza
troppo patenti contraddizioni le sue anteriori idee liberali. Le scuse per la
guerra furono un'epidemia e una rivolta dei Cosacchi.
L'epidemia produsse
scontento a Mosca. Non si sa perché ma ogni volta che succede una catastrofe
come un terremoto o una epidemia, la gente dà la colpa di questo al governo. Il
che molte volte può essere vero nel senso della prevenzione; ma che ci può fare
un povero diavolo di governante se improvvisamente comincia a piovere a dirotto
?
C'è un detto ironico
italiano che si spiega da solo: Piove? Governo ladro! Sia
come sia, si forma lo scontento... il mugugno direbbero
i genovesi esperti in questo. Ed il governante deve ricorrere spesso ad azioni
eccezionali per far fronte alla eccezionalità dell'emergenza e come prima cosa
la disciplina. Cosa che a tutti secca.
E così successe con
Caterina.
La seconda scusa fu una
rivolta di Cosacchi per la quale si dovette ricorrere a misure drastiche. La
questione ha del comico: un antico ufficiale dei Cosacchi del Don, di mente
sognatrice come molti slavi, un bel giorno pretese di essere niente di meno che
il defunto Zar Pietro III, ex Karl Holstein, ex marito di Caterina di Russia,
tedesco di origine, morto in circostanze misteriose dopo la sua abdicazione al
Trono a favore di sua moglie che sarà proclamata Imperatrice di Tutte le Russie.
Lo Zar Pietro III, ex marito di Caterina enigmaticmente morto subito dOpo la
sua abdicazione, si era intanto trasformato nell`immagine popolare in una
enigmatica figura di fantasma misterioso da apparizioni fantascientiche.
Cosi che i romantici
ed ignoranti crudeli sognatori dei Cosacchi del Don, dai loro
Monti Urali cominciarono a crescere, a spargersi, a seminar terrore e si
apprestavano a un bella Marcia su Mosca. Per fortuna di Caterina la guerra di
Turchia era finita proprio in quei giorni e lei potette mandare le sue truppe a
domare e distruggere completamente la ribellione. Conseguenze? Morte e
desolazione, ovviamente. Ma la ribellione schiacciata.
Ed anche in questo caso
Caterina si rese conto che alle volte è meglio essere temuti ed agire
con mano dura, senza remissione. Tutto questo era in contrasto, naturalmente,
con gli antichi iniziali principi liberali dell'Imperatrice. Altra
contraddizione tra le due Caterine, della quale era consapevolissima.
Però con la guerra di
Turchia non fu solamene la Russia a guadagnarsi la Crimea,
per poter godere del clima molto più dolce di quella regione, anche
Caterina ottenne qualcosa di personale, molto personale: l'affetto, la stima,
la considerazione, l' amore e la passione di Gregory Potemkin che sarà su
amante. Però non un amore passeggero, capriccetti sessuali come era solita
avere ed avrà anche dopo. Ma uno molto speciale e chissà forse anche come
taluni dissero, una specie di marito morganatico. Caterina non mischiava mai il
picere con il suo lavoro serio di Imperatrice. Ma Potemkin fu l'eccezione. Era
un uomo molto intelligente, abilissimo, diplomatico sperimentatissimo, gran
sognatore anche lui e sinceramente affezionato a Caterina.
L'annessione di Crimea,
per esempio, fu opera dell'audacia e visione di Potemkin. Ed ancora lui fu
gran direttore di scenografie: durante il famoso viaggio dell'Imperatrice
Caterina da Mosca fino in Crimea per prendere possesso delle nuove
provincie, fu organizzato da Potemkin un viaggio da Mille e una Notte. E lo fu
al punto di fare costruire pareti di legno per simulare scene di vita allegra
anche nelle zone più povere che attraversava la maestosa carovana imperiale con
tutti i suoi regali ospiti. Perché in allegra e regale compagnia c'erano
diplomatici e nobili di altissimo rango fino ad arrivare all'Imperatore
d'Austria e il Re di Polonia che la accompagnavano in quella che poi si chiamò
la Flotta di Cleopatra! Era culto della Personalità bello e buono e Caterina si
stava trasformando in statua: il cancro dei grandi.
Però già durante gli
ultimi anni di Carolina cominciavano a sentirsi in tutta Europa le canzoni di
libertà della rivoluzione francese, che paradossalmente si diffonderanno in
breve ad opera di un grande Imperatore autocratico. Anche lui, poi, con il cancro.
Nonostante le
sue simpatie giovanili per l' Illuminismo, Caterina non poteva dimenticare che
era come si era già definita da sè stessa una volta: Io sono un'aristocratica e questa è
la mia professione. Così che
quando lo scrittore Radishef pubblicò qualcosa criticando severamente gli abusi
contro i servi della gleba, i funzionari dell'Imperatrice lo misero in prigione
e lo condannarono a morte. Non si scherzava a quei tempi. E quel signore, per
ironia della fortuna, nei suo scritti vagheggiava le stesse cose e cambiamenti
di Caterina, 20 anni prima, quando aveva dettato le sue famose Istruzioni
Generali. Chissà fu per questo chissà no, pero a Radishef arrivò il perdono
imperiale da parte dell'Imperatrice, perdono che non era stato richiesto. E
questo fu dovuto a una certa sensibilità speciale che definirei tipica
femminile. L'Imperatrice lo esiliò perché doveva pur punirlo in qualche
maniera, ma gli salvò la vita. Poco dopo questo anche in Polonia cominciarono
agitazioni esigendo più libertà ed una costituzione. Ed Ucraina stava
incamminandosi nella stessa direzione. Tutta l'Europa cosciente era in realtà
in fermento. E così, per ordine della ex liberale Caterina, l' Orso Russo con
una sola zampata annetté l'ovest di Ucraina.
Anche la
Polonia non era tanto contenta con Koscuszko che poi sarà eroe nazionale.
Per risolvere
una volta per tutte le varie agitazioni polacche, l' Imperatrice, come brava
donna di casa, invitò a cena l' imperatore d'Austria - a quei tempi Maria
Teresa - il kaiser di Prussia e il piatto con la Polonia fu tranquillamente
diviso in tre, sparendo dal tavolo e dalle mappe d'Europa. Polonia non esisteva
più. I tre amiconi avevano buon appetito.
Qual'è
l'opinione dei posteri su Caterina? I Russi la adorano e con certo superficiale
stupore la idolatravano anche i Sovietici.
Indubbiamente
il sogno di abolire la servitù della gleba rimase un sogno e probabilmente la
situazione di quei poveretti era peggiore al terminare il suo periodo di lungo
regno.
Però è anche
vero che ebbe i suoi gradi meriti. Ovvio che alcuni di questi meriti lo erano
solamente dal punto di vista degli aumenti di territorio, con o senza ragione,
secondo i tempi. All'arrembaggio, insomma. E così Caterina potè realizzare
l'antico sogno dei Russi di prendere la tintarella in Crimea rinfrescandosi con
angurie e vodka. Applausero i Russi dei sui tempi ed i Sovietici dopo, con le
loro pacchiane vacanze estive di proletari comunisti, rumorosi e cafoni. Potè
annettere anche parte di Polonia ed Ucraina, come già detto. Riorganizzò decine
di Province Russe, costruì centinaia di città o cittadine, ampliò quasi tutte
le vecchie città.
Oltre alle
vittorie militari che allora erano foriere di innegabili elogi, la sua Corte
era frequentata da personaggi importanti dell'epoca. Si scriveva e carteggiava
con celebrità politiche e letterarie come Voltaire e Diderot. Difendeva
la letteratura ed ella stessa si dilettava a scrivere qualcosa. Fondò e
finanziò parecchie riviste letterarie e costruì varie scuole.
Cosa si può
pretendere di più da un Monarca del Settecento? La sua vita personale?
Va bene. Fu
molto criticata. Ma perché era donna. Certamente non era una beghina ne' una
timida. Sapeva quello che voleva. Era decisa. Non aveva nessuna intenzione di
essere troppo schiava delle convenzioni. Gli altri si, magari. Ma non lei. Lei
no. Lei era speciale ed era vero. È saputissimo che dopo l' affaire con
Potemkin ebbe altre dozzine di amanti.
E ?...Che ti
frega?
Non poteva
ne' voleva perdere tempo. Le piacevano i bei ragazzi, giovani ufficiali. E a
quale donna sana e valida non piacciono? A quale uomo non piacciono le belle
ragazze? E tutti i Re e Ministroni baffuti di Europa, non erano forse
pieni di amanti e puttanelle?
Cosi che
questa simpaticona di romantica aristocratica ed autocratica Imperatrice aveva
una amica, dama di corte, incaricata di provare prima nel suo letto le capacità
amatorie dei giovani ufficiali candidati al tête-à-tête con la sovrana e se li approvava e se
dava il suo assenso, erano ammessi all'Alcova Imperiale.
Il merito o
demerito di un capo di stato, Re, Ministro, o Presidente o che sia, dipenderà
per caso al suo appetito sessuale?
E perché
dovremmo ancora avere altri pesi ed altre misure per le damigelle? Quanto ci
vuole perché si capisca veramente che siamo uguali e che se c'è una differenza
va a tutto vantaggio del sesso cosiddetto debole?
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